Il risultato delle amministrative: considerazioni sul futuro prossimo del Movimento

Ieri il Movimento 5 stelle ha ottenuto diverse vittorie importanti: al ballottaggio a Matera e in altri centri tra la Campania e la Puglia e, al primo turno, a Termini Imerese. In tutti questi casi si presentava alle elezioni con una coalizione insieme a liste civiche e centrosinistra.
Ho scritto qualche mia personale considerazione che si intreccia anche col particolare momento che sta attraversando il Movimento.

IN COALIZIONE CON ALTRE LISTE

Presentarsi “da soli” era un dogma comprensibile in un periodo in cui la competizione elettorale locale aveva il valore di testimonianza. È stato superato ed oggi è possibile ragionare in una logica più ampia, puntando in quasi tutte le realtà ad essere parte del governo dei territori. Tale svolta però non dovrebbe essere vista secondo me come la panacea di tutti i mali.

IL RAPPORTO CON IL CENTRO-SINISTRA

Ritengo che il dibattito che sta scaldando tanti dentro il Movimento si potrebbe risolvere guardando le vere origini del nostro percorso. Il Movimento nasce con l’idea di mettere al centro delle priorità politiche alcuni temi quali, tanto per citarne alcuni, la tutela dell’ambiente, i diritti di chi lavora, la tutela del tessuto delle piccole e medie imprese, i beni comuni (acqua pubblica, sanità pubblica, etc.), il sostegno e l’accompagnamento a chi è in difficoltà, la promozione dello Stato sociale: in poche parole cercare di garantire un futuro al Paese e alla comunità di cui é composto. Il Movimento nasce per costruire, cercando di colmare una prateria politica lasciata libera. Il tentativo fatto col primo Governo, unica opzione percorribile in quel momento, ha certificato l’impossibilità di costruire con la Lega, una forza sleale e con valori incompatibili col nostro percorso.
Personalmente ritengo molte idee del Movimento più compatibili col centrosinistra ma quello della scelta di campo è un falso tema che non serve al Paese.
Ripeto, la vera sfida del Movimento è costruire. L’alleanza a livello nazionale sarà strutturale se i risultati arriveranno, se alla fine di questa legislatura ci saremo dimostrati utili per il Paese, se lo avremo servito dignitosamente.
Le alleanze a livello locale hanno un senso se presentano un progetto e un percorso comune che siano coraggiosi, ambiziosi e utili alle comunità di riferimento.
Chi si concentra sulle somme algebriche di voti o, per converso, sul rivendicare questioni identitarie e autoreferenziali, secondo me, non sta facendo il bene del Movimento e del Paese.
Il ruolo del Movimento è di portare al governo ai vari livelli alcune priorità, arricchendo e contaminando gli altri. Dobbiamo però avere il coraggio e l’onestà intellettuale di accettare e riconoscere che anche noi possiamo arricchirci dal confronto, nella sola prospettiva del benessere collettivo.
Andiamo avanti promuovendo percorsi e progetti, ben consapevoli di rivolgerci a livello locale alle migliori energie civiche e alle forze politiche del centrosinistra per verificare se esiste una concreta volontà di fare qualcosa di utile per la comunità. Non a tutti costi ma guardando al servizio che dobbiamo svolgere per i cittadini invece di concentrarci sul nostro ombelico. E costringendo gli altri a fare lo stesso.

LA SELEZIONE DELLE NOSTRE LISTE

L’errore più grande che si possa commettere in politica è quello di pensare che l’elettore al seggio si sia sbagliato. È un modo per scaricare al proprio esterno la responsabilità di un risultato che non piace. Il voto alle amministrative è estremamente difficile, tra voto clientelare e relazioni amicali e familiari di schiere di candidati che “riducono” lo spazio di voto non vincolato. Come Paese si dovrebbe lavorare tanto sulla qualità del consenso – in primis tramite la scuola e con grandi responsabilità da parte del sistema dell’informazione – ma quando prendiamo percentuali basse e non superiamo lo sbarramento significa che non siamo andati noi stessi oltre il voto personale, che non siamo stati considerati come sufficientemente credibili dalla nostra comunità di riferimento, che non si è costruito qualcosa di significativo a livello locale.
Ancora manca un sistema efficace di coordinamento, formazione e supporto ai gruppi locali che, in alcuni casi, sono monopolizzati da persone che rappresentano un “tappo” per lo sviluppo del Movimento sui territori e che rappresentano una barriera d’ingresso ad altre energie. “Uno vale uno” non significa “uno vale l’altro” e l’appartenenza storica deve essere un valore da unire a credibilità, equilibrio e capacità relazionali e di dialogo.

Non bisogna mai entusiasmarsi né deprimersi in politica. I risultati elettorali sono ciclici per loro stessa natura. Bisogna invece lavorare con serietà, costanza e in una logica di continuo rinnovamento per farsi trovare pronti alle mutevoli sfide che si presentano. Il Movimento in tal senso ha un grande potenziale, chiunque ne sia parte ha il dovere di comprendere le responsabilità che abbiamo rispetto al futuro del Paese e di comportarsi di conseguenza, non interrogandosi su cosa il Movimento possa fare per lui ma, con spirito di servizio, chiedendosi cosa lui possa fare per il Movimento.