Lotta ai privilegi e ai costi della politica

SITUAZIONE INIZIALE

Il Movimento 5 Stelle si batte da sempre contro gli odiosi privilegi riservati alla classe politica e contro i costi inutili che ne scaturiscono. Arrivati al Governo del Paese ci siamo messi subito al lavoro per agire concretamente sul contenimento dei costi derivanti dai privilegi della politica che sono interamente a carico della collettività.
Abbiamo subito preteso (e ottenuto) il taglio dei vitalizi alla Camera dei deputati, una promessa che il Movimento 5 Stelle ha fatto ai cittadini e che abbiamo portato avanti con determinazione. Oggi circa 2.600 ex parlamentari percepiscono un vitalizio: un assegno che, prima del nostro intervento, era del tutto smisurato rispetto ai contributi che hanno versato durante gli anni in Parlamento, definito dall’ex presidente dell’INPS Tito Boeri “un sistema insostenibile, destinato a gravare in modo rilevante su tutti i cittadini, in aggiunta alla spesa destinata al pagamento delle indennità parlamentari”. In legge di bilancio 2019 siamo intervenuti per costringere i consigli regionali a comportarsi alla stessa maniera.
Un ulteriore tassello per la riduzione dei costi della politica è stato messo con la riforma costituzionale relativa alla riduzione del numero dei parlamentari, approvata in via definitiva ad ottobre 2019.

TAGLIO DEI VITALIZI


La riforma sui vitalizi prevede un ricalcolo con il sistema contributivo degli assegni attualmente versati agli ex parlamentari. Secondo i dati ufficiali, ad oggi sono 1.405 i vitalizi erogati dalla Camera agli ex deputati. I vitalizi parlamentari sono delle indennità che vengono concesse come rendite al termine del mandato parlamentare e valgono fino a che l’ex parlamentare è in vita. Fino al 2012 per avere il vitalizio bisognava aver superato i 65 anni di età (in passato la soglia era più bassa). L’assegno era costituito solo in parte dai contributi versati, il suo importo quindi non era proporzionale ad essi.
Siamo riusciti ad intervenire su questo odioso privilegio. Il taglio dei vitalizi riguarda una platea di 1.338 assegni che verranno ora ricalcolati secondo il metodo contributivo e non più retributivo, per circa 45 milioni di risparmi l’anno per le casse della Camera, 200 milioni circa per l’intera legislatura. È difficile stabilire la cifra esatta, ma in base a proiezioni effettuate si calcola che alcuni assegni subiranno tagli fino a 5 mila euro. Il taglio più consistente riguarda 11 ex deputati, che da circa 4mila euro scenderebbero a circa 700 euro. Per 67, invece, non si provvederà ad alcun ricalcolo, in quanto in base al nuovo sistema maturerebbero il diritto a un assegno maggiore.
Ma il tema dei vitalizi non riguarda soltanto i parlamentari nazionali, in quanto anche i consiglieri regionali hanno goduto di questo privilegio. Al fine di indurre le Regioni ad applicare ai vitalizi lo stesso metodo di contenimento della spesa utilizzato oggi da Camera e Senato, nella Legge di bilancio 2019 è stato imposto un vincolo che prevede il taglio dell’80% dei trasferimenti da parte dello Stato nel caso in cui non si proceda al ricalcolo di tutti gli assegni – diretti, indiretti e di reversibilità – degli ex consiglieri. I fondi per la sanità, per le politiche sociali, per le non autosufficienze e per il trasporto pubblico locale sono esclusi dal calcolo per l’eventuale taglio dei trasferimenti alle Regioni. 
Il 2 aprile 2019, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, è stato trovato l’accordo per il taglio dei vitalizi regionali. Il ricalcolo dell’assegno riguarda 3.300 ex consiglieri. Grazie a questo ulteriore intervento, si avrà un risparmio di 150 milioni in 5 anni. Resta ancora sospesa la posizione della Regione Siciliana.

RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI

Prima della riforma costituzionale approvata nell’ottobre del 2018, l’Italia era il Paese in Europa col maggior numero di rappresentanti eletti in Parlamento:

STATO  N. PARLAMENTARI CAMERE ELETTIVE POPOLAZIONE
Italia 945 60.359.546
Regno Unito 650 66.238.007
Francia 577 68 303 234
Germania 709 82 366 300
Spagna 350 47.198.000

Grazie alla riforma costituzionale relativa alla riduzione del numero dei parlamentari, si passerà da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. Si arriva, dunque, ad un numero complessivo di 600 (contro gli attuali 945), comprensivo dei parlamentari eletti nella circoscrizione Estero. Tale riduzione consentirà all’Italia di allinearsi al resto d’Europa. Dal punto di vista del contenimento dei costi si avrà un risparmio di circa 400 milioni di euro a legislatura, ovvero 80 milioni di euro circa all’anno.
La riduzione del numero dei parlamentari e dei seggi incide anche sulla legge elettorale attualmente vigente, in quanto essa contiene un numero prestabilito di collegi uninominali, calcolati sulla base dell’attuale numero di parlamentari. Per ovviare alla discrasia che si sarebbe creata, alla proposta di legge di modifica costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari è stata affiancata, fin dall’inizio, la proposta di legge ordinaria C 1616, finalizzata a sganciare l’applicabilità delle leggi elettorali dal numero dei parlamentari. Tale proposta di legge è stata già approvata (legge n. 51 del 27 maggio 2019, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 135 dell’11 giugno 2019, recante “Disposizioni per assicurare l’applicabilità delle leggi elettorali indipendentemente dal numero dei parlamentari”).